Ingresso in chiesa ad un matrimonio

L’arrivo degli invitati (per i quali non sono ammessi ritardi) e la loro disposizione in Chiesa, viene guidata spesso da un parente degli sposi. L’ingresso può variare per scelta personale, ma, quello tradizionale, si sviluppa nel modo che segue. Lo sposo entra qualche minuto prima dell’inizio della cerimonia, accompagnato dalla madre alla quale porge il braccio destro.
La sposa giunge in Chiesa con un leggero ritardo che, per tradizione, non dovrebbe superare i dieci minuti, giustificato comunque dal fatto che, per il suo arrivo, tutto e tutti devono essere già predisposti all’interno della Chiesa. Il padre, giunto nella stessa macchina della sposa, la aiuta a scendere rendendole omaggio con il primo baciamano, gesto che le spetterà di diritto una volta diventata donna sposata.
Eventuali damigelle e paggetti attendono sul sagrato l’arrivo della sposa.
L’ingresso in Chiesa avviene sotto forma di un piccolo corteo composto dai paggetti seguiti dalla sposa e dal padre che le porge il braccio sinistro, infine troviamo le damigelle che si occupano del velo. Giunti all’altare, il padre affida la figlia al futuro genero, stringendogli la mano e sedendosi al primo banco sulla sinistra.
Seguono i testimoni di ambedue gli sposi e la madre della sposa accompagnata da un parente maschio.
La disposizione dei parenti ed amici in chiesa è la seguente:i testimoni devono essere disposti vicino agli sposi, solitamente vengono preparati i banchi o le poltroncine direttamente da chi addobba la chiesa; a sinistra della navata della chiesa, nelle prime file, andranno i parenti dello sposo ed ovviamente a destra quelli della sposa, poi così predisposti prenderanno posto parenti ed amici e conoscenti di ambedue gli sposi
Nei matrimoni formali o solenni si può formare un corteo nuziale con tutti gli invitati più importanti. Lo sposo attende la sposa sul sagrato insieme ai parenti più stretti delle due famiglie. Quando la sposa arriva, la aiuta a scendere dall’auto, le bacia la mano e le porge il bouquet. A questo punto le persone si dispongono secondo una sequenza precisa. I paggetti aprono il corteo, portando il cuscino con gli anelli. Segue la sposa, al braccio sinistro del padre e subito dopo le damigelle, che sostengono lo strascico. Quindi lo sposo, con la madre al braccio destro. Dietro di loro, camminano insieme la madre della sposa, a destra, e il padre dello sposo, a sinistra. Chiudono il corteo, nell’ordine: i testimoni a coppie, i fratelli e le sorelle, gli zii e le zie, i cugini e gli amici intimi.
Per creare un’atmosfera suggestiva, sarebbe opportuno che ci fosse un sottofondo musicale già all’arrivo dei primi invitati. Sono quattro i momenti salienti del rito che la musica dovrebbe sottolineare: l’ingresso della sposa, l’offertorio, lo scambio degli anelli e il corteo in uscita. Saranno gli sposi a scegliere i brani, possibilmente brevi per non interrompere la celebrazione, d’accordo con gli strumentisti o i cantanti contattati.

Il rito religioso

Avete deciso di sposarvi con il rito religioso?
Allora, oltre a dover fare quanto necessario per il rito civile, sono necessari:
  • Certificato di Battesimo (da richiedere alla Chiesa dove siete stati battezzati);
  • Certificato di Cresima (da richiedere alla Chiesa dove siete stati cresimati);
  • Attestato di frequenza del corso pre-matrimoniale (da richiedere dove avete frequentato il corso).
Con questi documenti vi dovrete recare presso la Chiesa dove avete scelto di celebrare il Matrimonio e com’è prassi, il parroco vi chiederà di effettuare alcuni incontri di preparazione per dare il suo assenso.
Quindi verranno affisse le pubblicazioni, come per il rito civile, per otto giorni e finalmente vi potrete sposare!
Attenzione però se avete deciso di celebrare il matrimonio in una parrocchia diversa da quella di appartenenza, dovrete infatti richiedere il nullaosta al Vicariato.

Il Rito Civile

Avete deciso di sposarvi con il rito civile?
Allora almeno due mesi prima, scegliete il periodo in cui celebrare il rito e recatevi (basta uno solo dei fidanzati) presso l’Ufficio di Stato Civile del Comune di residenza per chiedere di fare la “Promessa di matrimonio”.
L’Ufficiale di Stato Civile vi farà compilare alcuni moduli con cui prenotare il giorno in cui fare la “Promessa” e vi indicherà i documenti necessari.
Una volta fatto questo primo passo il Comune provvederà alle cosiddette “Pubblicazioni” che saranno affisse nell’apposito Albo presso la Casa Comunale.
Le pubblicazioni con le vostre generalità ed il luogo dove sarà celebrato il rito, resteranno esposte per otto giorni consecutivi ed avranno lo scopo di dare notizia della vostra intenzione di contrarre matrimonio al fine di dare la possibilità a chiunque ne abbia motivo di potersi opporre.
Al termine delle pubblicazioni avrete il nullaosta e potrete così prenotare il giorno e l’ora per il rito definitivo.
Attenzione però il rito dovrà celebrarsi entro 180 giorni dal nullaosta pena la decadenza dei certificati e quindi l’obbligo di ripetere di nuovo l’iter.
Da non dimenticare inoltre che se:
  • uno degli sposi è minorenne, ma di almeno 16 anni, occorre l’autorizzazione del Tribunale dei minori;
  • se uno o entrambi gli sposi sono divorziati occorre la copia integrale dell’atto di matrimonio precedente con l’annotazione della sentenza d’annullamento rilasciata dal Tribunale del Comune ove fu celebrato il precedente matrimonio;
  • se uno o entrambi gli sposi sono cittadini stranieri è necessario il nullaosta dell’Ambasciata del paese d’origine.

Il riconoscimento del matrimonio

Lungi dal limitarsi a questione privata fra i coniugi, il matrimonio è storicamente sempre registrato come atto pubblico, momento di formalizzazione pubblica verso i terzi e verso le istituzioni dell’unione coniugale. Diverso è ovviamente il tipo di riconoscimento, di registrazione, di presa d’atto dagli ordinamenti giuridici e dalle comunità religiose, originandosi in questa differenza una sostanziale diversità di considerazione.
Le coppie solitamente cercano il riconoscimento sociale del loro matrimonio, e molte società richiedono l’approvazione ufficiale da parte di un ente religioso o civile. I sociologi distinguono così tra una cerimonia di matrimonio condotta in base ad una religione e a matrimonio civile, sancito dallo stato.
Il matrimonio, nella maggioranza delle società, è un istituto giuridico e può assumere rilevanza anche nella religione: in alcuni culti ha anche valore di sacramento, e comunque in genere rappresenta un momento di notevole importanza per i fedeli interessati e per la comunità religiosa di riferimento. Si parla pertanto di matrimonio civile in relazione al rito celebrato ai soli fini giuridici, e di matrimonio religioso o confessionale quando il rito sia celebrato da un ministro del culto. In alcuni ordinamenti giuridici è previsto il riconoscimento (talvolta meramente ricettizio) del rito religioso, cui possono attribuirsi effetti civili (spesso a condizione che sia richiesto).
Il modo in cui un matrimonio viene sancito è cambiato nel tempo, così come l’istituzione stessa del matrimonio.
In molte giurisdizioni la cerimonia del matrimonio civile può aver luogo durante la cerimonia del matrimonio religioso, sebbene si tratti di due entità distinte. Nella maggior parte degli stati occidentali il matrimonio può essere celebrato da un sacerdote, ministro o autorità religiosa; in tal caso l’autorità religiosa agisce simultaneamente come autorità religiosa e come ufficiale dello stato. È quanto avviene anche in Italia con l’istituto del matrimonio concordatario, per cui la semplice celebrazione cattolica può avere anche gli effetti civili (attraverso la sua trascrizione). In alcuni paesi come la Francia, la Germania e la Russia, è necessario essere sposati dallo stato prima di avere una cerimonia religiosa.
Alcuni stati ammettono matrimoni civili che non sono ammessi in molte religioni, come i matrimoni omosessuali o le unioni civili e il matrimonio può essere anche non formalmente celebrato ma sancito per legge come nei matrimoni di fatto (common-law marriage) o matrimoni informali, un istituto storicamente presente in molte culture che prevede un riconoscimento formale degli effetti del matrimonio per coppie che vivono insieme anche senza la celebrazione effettiva del rito. Vi sono viceversa esempi di persone che celebrano un rito religioso che non è civilmente riconosciuto. Tali esempi comprendono le vedove che perderebbero il diritto alla pensione nel caso si risposino e scelgono un rito solo religioso, coppie omosessuali, alcuni gruppi di Mormoni che ammettono la poligamia, coppie in pensione che perderebbero i benefici se legalmente sposate, uomini musulmani che desiderano praticare la poligamia che è ammessa sotto alcune condizioni nell’Islam e immigrati che non vogliono far sapere alle autorità che si sposano o per la sposa che lasciano in patria o per la complessità delle leggi dell’immigrazione che possono rendere difficile la visita delle spose con un visto turistico.
Di pari passo con le diverse concezioni sociali di matrimonio, vanno i suoi diversi riconoscimenti legali nei vari paesi per effetto dell’assunzione negli ordinamenti dei canoni sociali. Nei tempi moderni, il termine matrimonio viene generalmente riservato a un’unione approvata dallo stato. La locuzione legalmente coniugato/a può essere usata per enfatizzare questo aspetto.

Il matrimonio nell’era moderna

Con la riforma protestante negli stati in cui il sovrano, secondo il principio del cuius regio eius religio, aveva scelto la confessione cristiana riformata, il compito della registrazione dei matrimoni e della loro regolamentazione passò allo stato. Dal Seicento molti dei paesi europei protestanti videro una pesante presenza dello stato nel matrimonio.
Negli stati cattolici furono invece riconosciuti i pronunciamenti del Concilio di Trento, che rinforzò la regolamentazione del sacramento del matrimonio: celebrazione davanti ad un parroco e a dei testimoni, obbligo per gli sposi di registrare la propria unione in un registro conservato nella parrocchia, divieto di coabitazione al di fuori del matrimonio (per evitare il concubinato e i figli illegittimi).

Il matrimonio nell’era contemporanea

In Europa erano di solito gli uffici ecclesiastici a rendere ufficiali i matrimoni con la loro registrazione agli effetti civili. Avvenne perciò un passo significativo verso una chiara separazione tra chiesa e stato e un indebolimento del ruolo delle chiese cristiane in Germania, quando il Cancelliere Otto von Bismarck introdusse lo Zivilehe (matrimonio civile) nel 1875. Questa legge rese la dichiarazione del matrimonio davanti ad un ufficiale dell’amministrazione civile (affermando entrambi gli sposi la volontà di sposarsi) la procedura per rendere un matrimonio legalmente valido e ridusse il matrimonio religioso ad una mera cerimonia privata.

Il matrimonio ai nostri giorni

Molte delle assunzioni della società riguardo la natura e lo scopo del matrimonio e della famiglia sono cambiate e stanno ancora cambiando. A differenza di quanto avveniva in passato il matrimonio non è più una tappa obbligata nella vita dell’individuo. L’istituto legale del divorzio permette di sciogliere il vincolo matrimoniale. I gruppi di sostegno dei diritti degli omosessuali, infine, appoggiano l’apertura del matrimonio alle coppie dello stesso sesso.
Dalla seconda guerra mondiale l’occidente ha visto forti crescite del numero di divorzi, del numero delle convivenze senza matrimonio, del numero di persone non sposate, del numero di bambini nati fuori dal matrimonio e pure una crescita nel numero di adulteri. È di fatto emerso un sistema che può essere chiamato di monogamia seriale. Il matrimonio è evoluto da un patto a vita che può essere rotto solamente per colpa o morte, a un contratto che può essere rotto da ogni parte su richiesta. Tra le altre variazioni avvenute nel matrimonio occidentale dalla prima guerra mondiale vi sono:
  • Diversamente dal XIX secolo, la donna, non l’uomo, ottiene l’affidamento dei figli in oltre l’80% dei casi di divorzio.
  • Entrambi i coniugi hanno il dovere formale di sostegno al coniuge (non più solo il marito).
  • I figli nati fuori dal matrimonio hanno gli stessi diritti di sostegno dei figli legittimi.
  • Nella maggior parte degli stati lo stupro all’interno del matrimonio viene punito legalmente.
  • Il marito non può più punire fisicamente la propria moglie.
  • Le proprietà acquisite dopo il matrimonio non appartengono al solo titolare. Queste proprietà sono considerate coniugali e devono essere condivise dai coniugi secondo la legge della comproprietà o un’equa distribuzione giudiziale. 

I testimoni del matrimonio

Per la legge è sufficiente un testimone per coniuge, ma è consuetudine, sia nelle cerimonie civili sia in quelle religiose, che ognuno degli sposi abbia due testimoni. Costoro, oltre ad avere una funzione di sostegno umano in un momento importante, hanno la fondamentale funzione di garantire la legalità del matrimonio.
In genere gli sposi scelgono i testimoni fra i parenti più stretti o gli amici più cari, come per offrire una prova di affetto, per questo motivo il galateo esige che siano loro ad offrire agli sposi i regali più belli ed importanti. Attenti dunque ad offrire questo ruolo alle persone più adeguate, o a chiarire subito se volete sollevarli dall’impegno che la tradizione assegna loro.
SI Scegliere una persona davvero vicina al nostro cuore.
NO Ai testimoni di sola rappresentanza, che non siano amici o parenti cari.

Effetti del matrimonio

Il matrimonio ha effetti sull’economia dei soggetti interessati (che presso la maggior parte delle società, con esso, costituiscono un “nucleo familiare”), sulla condizione giuridica e sociale dei figli e dei coniugi

Definizione di matrimonio

Le definizioni del matrimonio variano storicamente sia fra le culture che all’interno delle culture medesime. In ogni caso esso ufficializza e stabilizza, in termini giuridici o religiosi, una relazione fra due individui di sesso differente (un uomo ed una donna), che potrebbero anche già aver contratto questo legame. Le motivazioni che portano all’ufficializzazione formale di una relazione sono di vario genere e solitamente non uniche: motivazioni sentimentali e/o sessuali (approvate socialmente), motivazioni economiche (patrimoniali) e/o politiche, motivazioni religiose.